Considerazioni relative all’Arte

Se non fosse stato per il gran caldo di questa giornata, probabilmente non avrei fatto pausa in questo bar per farmi servire un bicchiere di acqua e menta. Mentre attendo quanto ordinato, guardo di fronte a me un operaio che sta, con lo scalpello, facendo un buco in una parete. Dopo un po’ di tempo vedo che lo chiude con una griglia di materiale plastico per lasciar passare l’aria dall’esterno all interno. Ho appena iniziato a sorseggiare la mia bibita che l’operaio torna con un vaso di tinta e con un pennello e dipinge tutto attorno al foro la parte che era stata rovinata dai colpi meno precisi dello scalpello. Nell’osservarlo mi viene da considerare che per la sua opera si è servito di scalpello, martello e pennello, strumenti che mi riconducono a quelli utilizzati anche dal Buonarroti e dall’altro Michelangelo, il Merisi. Quasi automaticamente mi viene spontanea una domanda: essendosi sia il muratore che dei due celebri artisti serviti dei medesimi strumenti, dato per scontato che sia il Buonarroti che il Merisi i capolavori li hanno creati, posso dedurre quindi anche il muratore abbia creato un’opera d’arte ? Per poter dare una risposta a questa domanda dovremmo innanzitutto definire cosa intendiamo per opera d’arte, e qui si potrebbero mettere in campo differenti valutazioni. Personalmente credo che per opera d’arte si debba intendere una creazione che tragga la sua ispirazione da un’ idea, un pensiero, qualcosa che potrebbe essere sia un’informazione che una emozione comunque l’evocazione di un sentimento o di un’idea insomma un opera che comunque che abbia a fare con una rappresentazione di un concetto. Se teniamo per buona questa definizione risulta difficile immaginare che una qualsiasi operazione dell’attività umana possa di per sé stessa essere definita arte solo perché eseguita con un certo strumento piuttosto che con un…

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Giuliano

L’immagine rovesciata di una fila di auto che correvano sulla superficie dell’armadio di fronte alla finestra della camera, dovuta ad una piccola fenditura sugli infissi, poi mio padre, che per calmare la mia curiosa insistenza di bimbo, mi prende in braccio e mi porta nella sua improvvisata camera oscura, dove rimasi incantato dalla lenta e magica apparizione di un mio ritratto su un foglio di carta bianco. Ecco, questi sono tra i pochissimi vividi ricordi che ho dei primi quattro anni della mia vita, quando abitavamo in un vecchio appartamento sulla ferrovia tra la stazione di Modena e la casa natale di Enzo Ferrari, oggi museo. Già da allora e in seguito quando ci trasferimmo nel Comune di Venezia, poiché i miei genitori erano artisti ed insegnanti di disegno e storia dell’arte, la mia casa è sempre stata piena di immagini e creazioni artistiche, tanto che ho sempre pensato fosse una cosa normale. In realtà ho realizzato solo in seguito quanto sia stato importante aver avuto la grande fortuna di godere di questo formativo privilegio. Probabilmente tutto questo ha contribuito a stimolare in me l’innata curiosità e l’interesse per la sperimentazione nei confronti dell’immagine. Poi il resto è stato studio, ricerca, tecnica, realizzazioni, lavoro etc... in altre parole... vita.

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